un vero contenuto
presentazioni ufficiali
Questa cosa di dover proporre “un contenuto” che riempia i vuoti e le giornate degli altri mi ha sempre messo un po’ di agitazione.
Io ne ho consumati parecchi, negli anni, di contenuti; un utilizzo del tempo non meraviglioso, devo ammetterlo.
Ad oggi, questo grande intrattenimento senza meta ha lasciato in me una certa consapevolezza: tipo un sapore metallico in bocca, da integratore al ferro, che da un lato ti tira su e dall’altro ti fa pensare che non vorresti mai più saperne.
Alla fine cosa dovrebbe conoscere, il “mondo”, di me?
Che scarpe porto? (quelle che mi stanno comode), come mi trucco? (non lo faccio, mi si appicca la faccia), come mi vesto? (con quello che mi piace).
Ragiono da anni (giuro) su come parlare di me senza diventare, io stessa, un contenuto.
Il contenuto delle mie giornate, in breve, comprende più o meno: il lavoro in studio, la ricerca, la lettura, le pulizie, la spesa, le passeggiate, i mercatini dell’usato, Mattia, le paure, la terapia, i libri, il telefono, le mostre, gli amici, i ricordi.
È un contenuto vero, eppure non mi va che si trasformi in contenuto (per cosa? Per quale contenitore? Per te che leggi o per chi passa, ogni tanto, a sbirciare?).
C’è da dire, però, che il mio contenuto spinge sempre verso l’esterno ed è difficile, a volte, contenerlo. Ed è bello, altrettante volte, raccontarlo.
“Un vero contenuto è davvero un contenuto vero, nel senso che penso ed è un peccato buttare via tutto il pensato”, ho scritto ieri, mentre lavoravo.
Allora ho aperto un canale sul tubo (davvero) basato su due regole fondamentali:
Nessun impegno sul piano estetico
Solo ragionamento e sintesi del pensiero
Durerà? Boh.
Però la prima uscita c’è e si intitola “un vero contenuto: ricettario”.
Sta qui: https://shorturl.at/F1367

